domenica 3 febbraio 2013

Convegno sul Hillman

Sono appena tornata dal convegno dedicato a Hillman e Zoja, organizzato dalla Facoltà di politologia di Milano. E stato un buon convegno che mi ha stimolato molto sopratutto perché c'erano molte cose che io le penso diversamente. Forse come filosofo ho anche l'esigenza che chi parla di Jung (Hillmann è allunno di Jung) conosca le sue radici in filosofia, l'influenza che Schopenhauer ha avuto su di lui o che non semplificchi il pensiero di Plotino e Ficino, che Hillmann ha approffondito nel suo libro sull'Anima mundi. L'Anima mundi per lui diventa una forma dell'inconscio collettivo, l'inconscio del mondo, il posto dove l'anima è strettamente legata con l'altro e con il cosmos, aniz dove queste differenze svaniscono.
Pretendere profonde conoscenze filosofiche è probabilmente una pretessa assurda, qui c'erno politologi e sociologi.
Mariolina Graiosi l'organizzatrice del convegno infatti ha fatto del suo meglio perché tutto vada bene.
Ma non puoi farci nulla sono pocchi studiosi che capiscono l'ambivalena dell'essere, dell'essere umano e che non cercano soluzioni per mali, che non sempre ma a volte sono agranditi al ruolo di Male.
Un relatore molto vecchio parlava di Jung quasi scusandosi per l'attrazione di Jung e Hillmann per il politeismo, che la trovano più vicino alle forze interne dell'anima (che non è mai solamente l'anima-parola di Jung) ma il relatore voleva cattolicizzare, rabbonire l'immagine di Jung che, secondo lui non avrebbe potuto fare un errore simile. Che scemmenze, quando Hillmann appunto scrive di DEi, che sono diventatre malattie è vero ma che sono anche le forze inafferabili del destino, delle passioni. Una bella traduzione hanno fatto al suo libro che in italiano si chiama La vana fuga dagli dei. Dagli dei non si può fuggire, per questo la dea del destino Ananke non ha un'altare. Hillmann amava Roma. L'ho saputo dalla bella introduzione che Hillmann nelle sue visite invitava gli italiani a riscoprire i propri valori e le opere di Ficino, Plotino.
A me purtroppo, e forse anche a Jung che no ha mai visitato Roma (solo l'India, SudAmerica, Africa) sembra che i dei italiani sono ammutoliti, nel miglior caso sono trsformati in santi sotto il peso schiacciante della chiesa cattolica che io e anche Jung ammiriamo, ma noi (io e Jung) non siamo italiani.
(segue)

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