venerdì 22 marzo 2013

Abraxas


Io e Buddha

Buddha è stato un principe Sakyamuni di Benares. Il suo padre ha deciso che deve essere felice e non vedere la parte d'ombra del mondo. Cosi Buddha arrivò a 29 anni che non ha mai visto in vita sua morte, malattia e povertà.
Poi quando li ha visto è rimasto cosi impressionato che si è seduto sotto il suo albero e ha aspettato fino a quando si è luminato e ha decisso ceh tutta la vita è sofferenza e la gioia è solo illusione.

Eco io non sono stat una principessa. Avevo 8 anni qunado una mattina mi sono alzata e ho visto il vilaggio davanti a noi coperto dall'acqua. Il tetto di una casa appena si vedeva fuori. La piena è arrivata di notte. Alcune persone stavano là sulla nostra collina con alcune cose che sono riusciti a salvare dalle loro case.
Attoprno a 11 anni ho sofferto da una brutta malattia peer cui sono stata spesso disprezzata e mi sentivo insicura e sono stata sotto medicazione per 4-5 anni. A 1 3 anni volevo essere bella come era una collega di scuola. Durante l'estate poi lei, 13 enne pure lei è stata riscucchiata dal canalle di scolo di una piscina ed è morta. Due amici, compagni della mia infanzia sono morti a 16 anni. Una improvisamente dopo che ha studiato troppo, l'ìaltro si è gonfiato molto, aveva un cancro ai organi sessuali e probabilmente faceva trattamento chemioterapeutico, ma non è sopravissuto.
Avevo quasi 18 anni quando è arrivata la Rivoluzione.I ragazzi che avevano finito la scuola un anno prima di noi erano militari. Poi c'erano le loro foto inquadrate in nero sui pareti all'entrata in scuola. Sono morti nella Rivoluzione di Timisoara.

Eco, io ho avuto altra vita che Buddha, nessuno mi h nascosto la sofferenza, la morte e la malattia, anceh perché era impossibile di nasconderlo, e amo la vita e mi piacerebbe vivere e credere nella bellezza dell'esistere, anceh se solo per un breve tempo.

Ed eco perché amo anche quella superficialità della gente commune, le frivoleze, le preoccupazioni per le cose superflue ma carine. Perché "Solo chi ha visto l aprofondità della vita riesce aprezzare le cose superficiali" (Nietzsche- Al di là del bene e del male

mercoledì 20 marzo 2013

Il paradosso amoroso-Pascal Bruckner

Un'analisi molto interessante delle ambiguità e paradossi nati con la liberazione sessuale (specialmente sessantottina)
E assurdo costruire una società sull’amore libero e in genere sull’amore. Molte delle epoche passate sapevano che l’amore è una pazzia che viene e va, che per mantenerla c’è bisogno di trasformarlo in una amicizia, rispetto, progetti communi, meno ecitanti ma pià durevoli e più controllabili.
Pascal Bruckner , filosofo e romanziere francese si occupa nelle sue opere dei paradossi creati nella nostra cultura dalla liberazione sessuale.
In questo senso ha scritto il saggio Sul nuovo disordine amoroso, il romanzo Luna di fiele, dall quale Roman Polanski ha fato un film.
Adesso è uscito in traduzione il suo libro Il paradosso amoroso.
Una società fondata sull’ideale dell’amore libero o sull’ideale dell’amore per il prossimo presenta lo stesso pericolo di essere totalitaria come una società fondata sul egoismo o perfino sull’odio.
Il movimento sessantottista presentava l’amore libero quasi come fosse un mezzo di salvezza, di redenzione, per accorgersi qualche decina d’anni dopo che questo è un ideale insostenibile, che perché propone una ricerca continua di stimoli, di piaceri di novità eccitanti che sfociano proprio nell’opposto del ciò che si cerca in amore, in una infedeltà come principio di vita, che non rende felice né chi viene lasciato né chi è in ricerca spasmodica del nuovo innamoramento. Invano provano incitare il sentimento di fascino erotico con la pornografia, perversioni, oltrepassando tutti i divieti sessuali, perché oggi tutto è ammesso, ma ci si rende conto che non porta alla felicità Perché la generazione della liberazione sessuale ha dimenticato che l’amore è sempre un burlone che non conosce leggi, è impossibile fondare una società su di lei. Cosi si spiega che le grandi promesse e fascino iniziale si trasforma in vendette e sofferenze difficili da integrare.
In nome della libertà d’amore si arriva alle situazioni paradossali quale impone sull’amore stesso divieti mai conosciuti in una società precendente, colpevilizzando quasi tutte le manifestazioni della passione e qualsiaisi insistenza amorosa o passionale, o perfino il doppio senso scherzoso come molestia sessuale, imponendo in modo assurdo un modo di “slancio sessualmente corretto” o un “regolamento dell’atto intimo”.
Nemmeno al livello sociale, le culture cristiane, o communiste costruite sul amore e compassione non hanno portato a nulla di buono, solo al terrorismo nel nome del’amore per il prossimo.

“il sentimento amoroso ci rende contemporanei con epoche lontane
“Dire a una persona Ti amo, equivale a dirle “Non morirai mai” (Gabriel Marcel)
@Lucia Teszler, 9-10-2012