lunedì 24 settembre 2012

Il martirio come lettura della storia


Il martirio come lettura della storia giugno 11, 2012 Ho studiato l’ermeneutica perché mi piaceva. Lastoria è si può interpretare in mille altri modi e non solo attraverso le battaglie attraverso i re e politica. Si puo fare la storia delle paure, la storia del commercio, della medicina. Sempre nella ricerca ci sara una pre-mesa, un pre-giudizio forse non sempre conscio. Ma sempre si vorrà dimostrare qualcosa: che l’attuale regime è la vittoria della Giustizia sulla terra, che sempre sono esistiti medici buoni o altre cose. La storia è vero, spesso l’hanno scritto i vincenti, ma la storia è bella, ti aiuta ritrivare le radici. C’è invece un modo di scrivere la storia molto subdola: il martirio. Presentare tutta la storia come la storia del martirio per colpevilizzare un altro gruppo sociale che viene presentato come carnefice e per gridare la giusta vendetta. Infatti lo si fa spesso secondo me. L’ha fatto bene la chiesa, usando martiri e santi per ottenere i suoi scopi politici anche opposti alla vita di quei santi. Lo ha fatto il proletariato nei paesi communisti per tagliare la testa e distruggere i valori della nobiltà, nel mio paese l’hanno fatto i romeni riscrivendo la storia della Transilvania come la loro lunga sofferenza sotto gli ungheresi togliendoli ogni valore positivo, l’ha fatto il feminismo per presentare vittime se stesse e colppevilizzare i valori maschili, lImpero Austriaco la rescritto la storia dell’Est come lotta contro l’Impero Ottomano malgrado tante alleanze e modelli civiltà che quest’ultimo ha rappresentato. E sempre una storia falsa questa, che non regge al lungo senza fare compromessi e senza rendere sterile la storia stessa. Perché mai una storia dovrebbe essere falsa se ogni conoscenza è interpretazione? Io non ho detto che ogni interpretazione può essere giusta. Appunto se tu mi dici strega da brucciare sul rogo e io ti dico stupratore da metter in manette è un soprauso delle parole che è comunque falsità Ma la lettura in martirio della storia è sempre falsa? Ogni storia dovrebbe essere allora la storia dei vincenti? Penso che anche quando dici vincenti infatti sostieni il punto di vista del martire sopratutto perché il martirismo è una carta vincente e convincente infatti anche se è subdola. La storia del ordine di valori è sempre scritta o parlata, di rado si fa con le armi, più con mezzi di convinzione, strappando lacrime. Se la lettura in martirio è sempre falsa. Si, se la lettura della storia mi rappresenta una società, una situazione in bianco e nero, in oppressi e oprimenti, se non cerca farmi vedere i vantaggi di quella epoca anche dal punto di vista di quelli che sono oppressi allora è SEMPRE una storia falsa. E qui ci reincontriamo a una mia ideea preferità che una lettura dualistica, in contrari è infatti una lettura falsa, vendicativa e infatti usa il martirio e le sofferenze solo come prepotenza.

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