lunedì 21 settembre 2015

PICCOLO RE NICOLO' -fiaba popolare ungherese-





C’era una volta un re.
Egli aveva tre figlie.
Ogni giorno andavano a fare una passeggiata nel bosco.

Un giorno mentre passeggiavano venne una nuvola nera e disse:
“O, re! Dammi la tua figlia più grande, altrimenti io porto via il sole.”
Il re non gliela diede e la nuvola portò via il sole.

Il secondo giorno, mentre facevano la loro passeggiata, venne una nuvola nera e disse:
“Re! Dammi la tua seconda figlia! Se non mi obbedirai, io porterò via la luna.”
Il re non gliela diede. La nuvola portò via la luna. 

Rimasero solo le stelle sulla volta celeste.

Il terzo giorno il re andò a passeggiare con le sue figlie.
“Re! Dammi la tua figlia più piccola. Se non obbedirai,  porterò via le stelle.”

Il re non gliela diede. La nuvola portò via le stelle.
Calò il buio sull'intero regno.

Un giorno le guardie sentono Piccolo Re Nicolò  dire al suo fratellino:
“Io riporterei il sole, la luna e le stelle, se il re mi desse la metà del reame per regnare e la sua figlia più piccola come sposa.”
Le guardie lo portarono dal re. Il re disse:
“Se non fai ciò che hai promesso, ti taglierò la testa!”.
Piccolo re Nicolò non si spaventò.
“Mi dia sua Altezza una spada e io partirò immediatamente.”


Partì. Egli attraversò sette regni e sette mari finché arrivò alla foresta d’argento. 
Là c’era un ponte d’argento. Egli colpì il ponte con la spada e cadde un pezzo. Si nascose sotto il ponte con la spada sguainata.

Arrivò il drago con tre teste, volle passare il ponte. Il suo cavallo inciampò:
“Maledetto! Da tre anni facciamo questa strada e non sei mai inciampato, che cosa ti è successo?”.
Il cavallo rispose:
“Sconfiggere acqua e fuoco dobbiamo, oggi periamo!”.
Il drago disse:
“Esci fuori Piccolo re Nicolò, perché già quando tu eri grande quanto un chicco di grano, sapevo che  avremmo dovuto misurarci!”.
“ Con che armi ci misuriamo?”.
“Con le spade, come veri cavalieri!”.
Incrociarono le spade. Lottarono e si colpirono a lungo fino quando Piccolo re Nicolò tagliò due teste del drago. Il drago disse:
“Lasciami almeno questa testa, ti dono le stelle!”.
“Dove sono?”.
“Sotto la sella del destriero!”.
Piccolo re Nicolò prese le stelle. Tagliò l’ultima testa del drago e proseguì la sua strada.
Camminò a lungo finché giunse alla foresta d’oro. Là sopra il ruscello c’era un ponte d’oro. Egli colpì il ponte con la spada e si staccarono due traverse. Si nascose sotto il ponte con la spada sguainata.
Arrivò il drago con sette teste. Le sue gole sputavano fuoco. Volle attraversare il ponte. Il suo cavallo inciampò:
“Maledetto! Da sette anni facciamo questa strada e non sei mai inciampato, che cosa ti è successo?”.
Il cavallo rispose:
“ E' arrivata la nostra ora, padrone, per tutti due!”.
Il drago disse:
“Vieni Piccolo re Nicolò perché già quando tu eri grande  quanto un chicco di grano, sapevo che  avremmo dovuto misurarci!”.
“ Con che armi ci misuriamo?”, chiese Piccolo Re Nicolò.
“Con le spade, come i veri cavalieri!”.
Incrociarono le spade. Lottarono e si colpirono a lungo fino a quando Piccolo re Nicolò riuscì a tagliare sei teste del drago. Il drago disse:
“Lasciami almeno questa testa, ti dono la luna!”.
“Dov’è?”.
“Sotto la sella del destriero!”.
Piccolo re Nicolò prese le stelle. Tagliò l’ultima testa del drago e proseguì la sua strada.
Camminò a lungo finché arrivò alla foresta di diamante. Sopra il ruscello passava un ponte di diamante. Egli colpì il ponte con la spada e caddero tre pezzi. Si nascose sotto il ponte con la spada sguainata.
Arrivò il drago con dodici teste. Le sue gole sputavano fuoco. Volle passare il ponte. Il suo cavallo inciampò:
“Maledetto! Da dodici anni facciamo questa strada e non sei mai inciampato, che cosa ti è successo?”.
Il cavallo rispose:
“è venuta la nostra ora, padrone!”.
Il drago disse:
“Esci fuori Piccolo re Nicolò perché già quando tu eri grande quanto un chicco di grano, sapevo che  avremmo dovuto misurarci!”.
“ Con che armi ci misuriamo?”, chiese Piccolo re Nicolò.
“Con le spade, come i veri cavalieri!”.
Incrociarono le spade. Lottarono e si colpirono a lungo fino a quando Piccolo re Nicolò tagliò undici teste del drago. Il drago disse:
“Lasciami almeno questa testa, ti dono il sole!”.
“Dov’è?”.
“Sotto la sella del destriero!”.
Questo cavallo aveva solo tre zampe, ma correva più veloce degli altri cavalli con quattro zampe.
Piccolo re Nicolò mise le stelle e la luna accanto al sole. Salì sul destriero. Con la spada tagliò l’ultima testa del drago e partì verso casa.
Mentre riposava sotto un albero sentì una voce che gli chiese:
“Piccolo re Nicolò, pensi forse che il sole, la luna e le stelle siano tue?”.
Egli vide sull’albero un nanetto con la barba lunga. Volle salire sull’albero per prenderlo, ma il nano era più furbo: con un balzo fu sul cavallo e se ne andò.
Piccolo re Nicolò camminò a lungo sulle sue tracce. Incontrò un uomo che piangeva.
“Perché piangi?”, chiese.
“Perché ho la vista lunga e vedo tutto d’un colpo d’occhio, così non ho più niente da vedere”.
“Orsù, vieni con me!”.
Camminarono a lungo. Incontrarono un altro uomo. Piangeva pure lui.
“Perché piangi?”, chiesero.
“Perché con un solo passo riesco ad attraversare il mondo, così non ho più dove andare”.
“Orsù, vieni con me!”.
Camminarono a lungo finché arrivarono alla casetta del nano. Lo cercarono. Ma Dentro c’era solo un lettino, un tavolino e un armadietto, ma il nano non lo trovarono.
“Guarda un po’...”, disse Piccolo re Nicolò a Lunga Vista, “Non vedi da qualche parte quel nano?”.
“E come no, sta su un albero  in un’isola mezzo al mare.”
“Passo Lungo fai un passo ti prego e portalo da me.”
Lo portarono da Piccolo re Nicolò che gli tolse il sole, la luna e le stelle. Mise subito in cielo le stelle perché illuminassero la notte, poi partì accompagnato dai tre uomini verso casa. Più tardi mise  in cielo anche la luna. Quando ormai mancava poco alla meta, mise in cielo il sole affinchè potesse arrivare il giorno.
Al castello li aspettavano con grandi onori. Fecero  magnifici festeggiamenti. I tre giovani sposarono le tre principesse e tutti  vissero felici e contenti.


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