venerdì 8 gennaio 2016

Religione e sessualità

Quante cose sono cambiate in me e nel mondo da quando per prima volta ho iniziato ad occuparmi di questi argomenti.
Allora, ero giovane studentessa in filosofia e mi aspettavo che la religione spieghi la sacralità del sesso nella vita umana. Infatti nella religione indu avevo trovato una tale giustifica, meglio descritta poi di Rebreanu ma anche di Tagore sul come il maschio e la femmina ci rincorriamo in tutte le vite, ci cerchiamo attraverso le mille volti di uomini e donne.

Venticinque anni dopo quando leggo i bigotismi contro l'insegnamento dell'educazione sessuale in scuola italiana capisco che l'argomento religione-sessualità in Occidente corre su tutt'altri binari di come io l'avevo pensato. Tutt'altro che sacralità del sesso. Qui il sesso è peccato, la masturbazione fa diventare ciechi.

Non ho mai creduto del tutto che le donne dell'est o cinesine, thailandesi siano migliori delle italiane, ho conosciuto molte italiane gentilissime e ammirevoli.
Però mi domando se davvero c'è nelle donne dell'est o orientali un'altro atteggiamento, più rilassato e nello stesso tempo più sicuro di se per quanto riguarda la propria sessualità, il rapporto con l'uomo, non è dovuto al fatto che provengono da paesi che almeno per due generazioni non sono state cristiane, ma atee (l'est) o buddhiste?

Non è forse propio l'ateismo ad aver creato done più equilibrate con loro stesse. Ripeto, o offendere non voglio le italiane, mica colpa loro se sono cresciuti in un ambito bigotto dove era normale che la donna sia vista come fonte del peccato.

Oggi quei paesi europei sono tornati alla religione, ma le generazioni che hanno rubati i mariti ... sono venute su in un mondo ateo, dove le misoginie dei preti era facile di additarle come retrograde, ciò che non è più possibile in una società dove si spendono più soldi per alzare chiese che per ospedali.


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