sabato 20 giugno 2015

Elogio della distruttibilità- frammenti-

Per secoli l'uomo ha cercato la materia indistruttibile. L'intera civiltà e filosofia è fondata sulla ricerca dell'elemento indistruttibile. L'alchimia la cercava sempre, anche la filosofia, è il mondo immobile dell'uno. E l'uno è infattio solo squilibrio, anche per dare vita c'è bisogno di due, di due diversissimi che mai saranno uguali
Inutile che la leggenda di Creso che ci insegni che l'oro vale ben poco, che l'indistruttibilità è come la morte, l'uomo ha riuscito trovare il materiale indistruttibile: la plastica e ne ha riempito il mondo.

Un sogno dell'umanità si è compiuto con la plastica ed ha dimostrato l'insensatezza dei idealismi, di grandi sogni umani.
Bisognerebbe rivalutare, trovare il senso della distruttibilità, del lento degrado fino al ritorno all'indeterminato della materia, materia che morta non è se parliamo di terra, acqua, fuoco, aria. Avremmo cosi la risposta a molte domande che riguardano ciò che tradizionalmente era considerato il male. Presumo che il male non sparisce come concetto, ma vengono rivalutati degli elementi che fanno parte del processo di ritorno alla terra: il marcire, arruginire, invecchiare, le mosche o altri insetti che hanno un ruolo fondamentale in questo processo.

L'inutilità dell'essere immortali, il senso della fragilità come abbiamo parlato in quel articolo primo ma ora da un altro punto di vista.

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