Amore e conoscenza nella filosofia di Diotima
l'amore come trasferimanto mistico di saperi, conoscenze, riscoperte archetipiche
sabato 24 settembre 2011
venerdì 23 settembre 2011
In diffesa dell'Ungheria
Molti hanno condannato la legge T3507 dal 14 giugno 2011 che limita in alcune forme il riconoscimento legale delle religioni.
Ungheria si considera e si vuol considerare in continuazione degna erede della liberta religiosa nata nella Transilvania 1568 per prima volta nell'Europa cristiana. Anche nel Impero Austriaco e Austro-Ungarico era all'avantguardia del pluralismo religioso.
La legge del 1947 riconosce il diritto alla religione ma nazionalizza tutte le istituzioni di culto e il regime comunista impone l'ateismo come unica forma di manifestazione di credo legato alla religione.
Chiedo che vi mettiate in quella situazione che non è esistito in Europa Occidentale, ne nel Mediteraneo che una generazione cresce con l'indottrinamento ateistico.
E quando nel 1990 Ungheria permette il ritorno alla libertà dell'espressione religiosa questo paese riscopre la religione come novità senza l'appoggio di una presenza religiosa forte, completamente impreparata davanti a un linguaggio religioso, davanti a una esperienza che la consideriamo in genere tranquilla e festiva
Ci si scoprono i pericoli della religiosità, vissuti eclesiogenetici (Gyokossy Endre, spiritual emmergency)
si nascono guaritori mistici inventati in una notte
molti ideologie politiche si nascondono sotto veste religiosa
alcune associazioni pretendevano il 1% per le loro attività che non erano prettamente religiose
Con questa nuova legge lo stato ungherese esclude dalla dicitura religione tutte le raggruppazioni che si occupano solo con politica, guarrigioni, carità, ecologia e per le religioni che non hanno più di 20 anni di esistenza e non hanno 1000 membri propone di formarsi come associazioni, ma decadono dal diritto di ricevere il !% delle impositi.
Condannare questa legge dal punto di vista occidentale da paesi dove non c'è stato il lungo sperimento dell'areligiosita imposta dal sistema communista è un approccio sbagliato a questa problema.
Ungheria si considera e si vuol considerare in continuazione degna erede della liberta religiosa nata nella Transilvania 1568 per prima volta nell'Europa cristiana. Anche nel Impero Austriaco e Austro-Ungarico era all'avantguardia del pluralismo religioso.
La legge del 1947 riconosce il diritto alla religione ma nazionalizza tutte le istituzioni di culto e il regime comunista impone l'ateismo come unica forma di manifestazione di credo legato alla religione.
Chiedo che vi mettiate in quella situazione che non è esistito in Europa Occidentale, ne nel Mediteraneo che una generazione cresce con l'indottrinamento ateistico.
E quando nel 1990 Ungheria permette il ritorno alla libertà dell'espressione religiosa questo paese riscopre la religione come novità senza l'appoggio di una presenza religiosa forte, completamente impreparata davanti a un linguaggio religioso, davanti a una esperienza che la consideriamo in genere tranquilla e festiva
Ci si scoprono i pericoli della religiosità, vissuti eclesiogenetici (Gyokossy Endre, spiritual emmergency)
si nascono guaritori mistici inventati in una notte
molti ideologie politiche si nascondono sotto veste religiosa
alcune associazioni pretendevano il 1% per le loro attività che non erano prettamente religiose
Con questa nuova legge lo stato ungherese esclude dalla dicitura religione tutte le raggruppazioni che si occupano solo con politica, guarrigioni, carità, ecologia e per le religioni che non hanno più di 20 anni di esistenza e non hanno 1000 membri propone di formarsi come associazioni, ma decadono dal diritto di ricevere il !% delle impositi.
Condannare questa legge dal punto di vista occidentale da paesi dove non c'è stato il lungo sperimento dell'areligiosita imposta dal sistema communista è un approccio sbagliato a questa problema.
Iscriviti a:
Post (Atom)